Tannillo!

Il mio ultimo datore di lavoro non mi ha pagato il lavoro finito tre mesi fa, oggi possiedo esattamente 9 euro e 50 cent quindi sono anche sotto il mio limite massimo di ansia su pecunia mancante. Il mio ultimo datore di lavoro dice che pure lui sta con le pacche nell’acqua quindi ha pensato bene di fare la voce disturbata quando l’ho chiamato per ricordargli che è passato il mese di agosto (primo limite fissato da lui per corrispondermi quanto dovuto), è passato anche il ferragosto (secondo limite fissato da lui per corrispondermi quanto dovuto), è passato il primo settembre (terzo limite fissato ecc.ecc.) ed è passato anche il 15 settembre (quarto limite). L’unica fissata seria sono io, ormai. Mi aspetto di andare avanti così fino a Natale quando lo vedrò calarsi dal camino con in bocca l’assegno sbavazzato. Non so se immaginarmelo come un babbo natale friendly ed atletico o come un vecchio bavoso con la raucedine ma giuro che se mi pagano a Natale gli mando la letterina scritta con la grafia più infantile che mi viene e il cappello con la barba finta. Giuro.

 

Caro ultimo datore di lavoro, grazie per esserti ricordato di me sotto le feste. Vedo che lo spirito di solidarietà ti ha fatto visita, spero che ti faccia visita anche la finanza.

o anche

Caro ultimo datore di lavoro, grazie ecc.ecc. Lo spirito di solidarietà ti ha fatto visita e presto arriverà anche lo spirito della morte.

ancora

Caro ecc.ecc. sei davvero caro perchè grazie a te ho avuto spese vive per mesi e mesi tanto che pure una scatoletta di tonno sforava il budget, mi fa piacere che ti sei ricordato di me per queste feste, sono certa che lo hai fatto per scaramanzia quando il panettone ti è andato di traverso e gli struffoli ti si sono conficcati in ganna con tutti quei maledetti cazzarielli zuccherini colorati. Hai sentito le mie iastemme immagino, sono felice che ti siano arrivate sulle note di JingleBells.

 

Tornando a settembre, mia madre sta distribuendo il mio curriculum a chiunque, nella vana speranza che io trovi lavoro esattamente sotto casa. Vorrei spiegare a mia madre che sottocasa ci sta il panettiere, il caffè di Annalisa (ciao Annalisa), il parrucchiere e il negozio di scarpe, ma vai a sapere tu, nella vita, chi può avere bisogno di un ufficio stampa. Presto sarò chiamata da qualche supermarket. Farò comunicati sulle offerte speciali della spianata piccante e del pesto di Ermenegildo ammiccando alla casalinga tipo e tacendo il fatto che Ermenegildo non si lava le mani dopo essere andato al cesso. Ok, ci sto. Niente da dire contro i supermarket. Io ci ho lavorato, ero brava anche a fare le ordinazioni di pasta carne pane, so fare i conti sul reso della frutta e conosco tutti i trucchi che abitualmente si usano per cambiare la data di scadenza sui formaggi o per prolungare la freschezza delle mozzarelle. Potrei essere chiamata anche da qualche bar: ho lavorato pure là e so tutti i trucchi per riciclare le nucelle, i sanbitter e le tartine. A mio vantaggio sta pure la conoscenza diretta del cliente tipo. Quando faticavo in ufficio chiamavo il bar in maniera direttamente proporzionale alle merdate che mi facevano, ero arrivata ad avere i debiti espressi in cappuccini, snickers e mars, quindi conosco i punti deboli dei principali acquirenti. Mia madre ha poi dato il cv anche ad un mio zio di Torino che là ci stanno tante possibilità e che forse tenevo ragione io che a 13 anni volevo emigrare. Detto fra noi Torino mi piace pure, ma io ci ho un po’ paura. Profondo Rosso era ambientato a Torino, vero? Eccallà.

Nel contempo sto cercando di studiare. Dico cercando perchè a me i libri dell’università mi fanno un brutto effetto, aprirli significa scatenare il buco nero che risucchia il mondo. Cose che al di fuori dell’ambito studentesco amo e leggo, che ne so, un libro di storia contemporanea,  qui mi vengono a odio profondo. Mia madre è contenta che tengo i libri aperti quindi per la prima volta in vita sua non dice niente per il casino che tengo nella camera, probabilmente crede sia caos pre esame o disordine creativo o chissàchealtro. Mamma sto scherzando. Io studio veramente. Solo che la signora del piano di sopra balla il tip e tap ncapa a me, il vecchio affianco apre l’acqua e tira lo scarico del cesso ogni due secondi e il bambino TTANNILLO grida come se lo stessero togliendo dal mondo.

Dovete sapere che mia madre legge il mio blog. Manda pure le e-mail. Fate un applauso a mia madre, grazie.

Da quando sono tornata dalla Toscana prima e da Napoli dopo mi pare di galleggiare su una specie di spugna gigante, non proprio spugna, tipo pezza per asciugare il lavandino, bagnata sotto e tosta sopra. Tengo sempre male e capa, la mattina mi sveglio, vedo la prima edizione del tg e mi riaddormento. La sera prendo coscienza verso mezzanotte, vado a dormire dopo le 3 e l’ultima cosa che vedo prima di chiudere gli occhi è il culo sballonzolante di qualche aspirante velina e nel sonno mi rendo conto che sto cercando di rapportarlo alle analogie. Sono arrivata a pensare che lo sballonzolamento del culo della velina si avvicina per similarità, struttura e scopo al mio stare sopra i libri. Ecco, avete visto, io studio. Devo solo essere più precisa. Sì.  Devo cercare di concentrarmi e di essere più scrupolosa, sì, ma Facebook me lo impedisce.

Commenti

  1. ma Ermenelgildo fa il pesto? Ma non mi piace un pesto fatto da uno che si chiama Ermenegildo, cioè meglio tipo ‘o pest ‘e pascal, certo, pero’ dico io ad esempio Il pesto di Giovanni.

    Oppure Nonno Nanni che produce quella cacchetta bianca con l’incontinenza che lo caratterizza

  2. Anche mia mamma legge il mio blog. Si mette gli occhialini, muove il mouse tenendolo tra il police e l’indice e poi clicca staccado la mano e dando un colpo con l’indice. Poi io le dico “mamma, quando lo vedi, in giro, mi compri un toupè?” E lei: ” sì, l’ho già letto che lo vuoi”. Poi se ne va in giro frusciando con le mie zie che lei quello che sua flglia non le dice se lo legge nel blog. Allora le mie zie vengono a casa mia e mia mamma mostra loro tutte le foto delle mie cugine su facebook ubriache in discoteca abbracciate a tipi poco raccomandabili. Un saluto a tutte le mamme in ascolto!