I love porn

 – questa è una memoria difensiva, leggendola dichiarate di essere maggiorenni –

 

Non mi ricordo esattamente come è andata. Avevo letto del progetto di Paolo , io mi tengo sempre aggiornata sui progetti degli altri. Poi ho saputo una cosa su di me. Una cosa che non sapevo, intendo, e io so molte cose di me stessa. Questa cosa per arrivare a me ha fatto una specie di giro lungo, di quelli che Shannon e Weaver devono aver preso in considerazione nel ’49, tipo uno dice una cosa, l’altro la sente, la ripete a sua volta e poi quella cosa arriva a me. Ci sta pure un gioco se non sbaglio, era una cosa che facevo in piscina: ci tenevamo con le mani al bordo di marmo e galleggiavamo nei tre metri di profondità, uno diceva una cosa all’orecchio dell’altro, una cosa tipo: palla, e l’altro passava l’informazione.

 

Scopo del gioco era vedere se l’informazione arrivava tutta intera o se uno ne perdeva pezzi per strada. L’informazione per quanto riguarda me e i compagnelli miei non arrivava proprio perchè ero io l’ultima ricevente e per quanto mi impegnassi io poi guardavo in basso e nei tre metri di profondità vedevo Michele che si agitava come un polipo perchè non riusciva a tenersi con le mani sul bordo e incazzavo (trad. iniziavo) sempre a ridere, mi facevo uscire il cloro pure dal naso. Comunque, tutte le parole che mi  sono persa quando avevo dodici anni sono arrivate a casa mia una mattina: “Ho sentito che Tizio ha detto a Caio che Sempronio va dicendo a Destra e a Manca che il libro tuo è una cosa sporca con dentro il sesso orale anzi, che è tipo Melissa P.”

Adesso, sinceramente io non credo che nel libro mio ci stanno assai cose sporche. Però, che vi devo dire, mi è venuto lo sfizio di pensare di scrivere una cosa del genere, un riferimento come quello a Melissa P. non poteva cadere nel vuoto. Così mi sono ricordata di Paolo e ne ho parlato con lui, mi piaceva molto la cosa che poi ha scritto anche sul sito, il progetto di un’antologia di racconti zozzi scritti da gente pulita. A pensarci mi veniva in mente una storia di provincia. A me viene sempre in mente la provincia. Questo è successo tipo a ottobre, se non mi sbaglio.

Siamo alla fine di novembre, sono a Napoli, sto piena di cose da fare ma ho le intenzioni bucate tipo l’emmenthal. Piove. Non posso uscire. Prendo il computer per mettermi a fare qualche cosa di serio e scientifico quando Susetta di fronte si mette a gridare a voce alta che il figlio deve morire al più presto sotto a un tram. Vedo la possibilità di dire a Susetta di gridare a voce più bassa seriamente compromessa. Penso che me ne dovrei tornare in provincia per fare le cose con calma. A quel punto dalla televisione (Mtv, precisamente) esce una specie di rantolo. Il rantolo era quello di Britney Spears con Gimme More e allora comprendo il disegno divino: devo scrivere il racconto per I love Porn (miodio).

Mamma, ricorda, è stata colpa di:

 – Signor Tal dei Tali che poi se vuoi ti dico anche chi è, che a te lo posso dire.
– Signora Susetta di Napoli
– Figlio della signora Susetta di Napoli anche noto come Canelupo
– Britney Spears

 

Potrete soddisfare la vostra curiosità da malatoni in tutte le librerie oppure se vi mettete scuorno ve lo comprate on-line.  Qua sta la scheda della Feltrinelli. Un saluto a tutta la gente che cerca siti porno e che adesso finirà sul mio blog.

Commenti

  1. “Tu sei cattivo con me perchè ti svegli alle 3:00 per guardare quei film un po’ porno. . .un po’ porno…un po’ porno, porno, porno…”

    La pornografia sta a “Santa precaria” come il vero senso dello Stato e delle minghiate sta a Pier Silvio Berlusconi; uguale uguale!!

  2. ecco, o ssapev’, uno non si può distrarre un attimo che ti metti a scrivere le cose porne. e no, la povera britney non ha nessuna colpa. vergogna.
    (..ah, quando esce?)

    ps: voglio rassicurazioni sul fatto che non ti farai anche tu la capa alla soldato jane.

  3. Manco io so come è andata.
    Avevo mandato uno scritto vecchissimo e ridicolo per Toilet.
    Controllando il sito c’era la sfida di “I Love Porn”.
    Ho fatto mente locale per ricordare che la pellicola del vhs era meglio del divx scaricato da internet (i pixel non si confondevano coi peli pubici), ho unito con una penna i calli della mano destra per fare uscire la scritta “zuzzùs”, ho ringraziato i Tempo utili sia sul comò sia dentro il cassettino della macchina, e mi sono detto: “Forse ce la posso fare”.
    E infatti ce l’ho fatta. Pure io.
    Le soddisfazioni dei classici 5 minuti di gloria che ogni tanto servono a sentirsi più scrittori e meno studenti/lavoratori…
    …poi i 5 minuti passano e si ritorna a incocciare che XXX è la trisomia del cromosoma sessuale femminile e a spiegare al clientintelligentone che lo scaffale da € 12.90 non può essere usato per metterci su le cassette per gli attrezzi.
    Nell’attesa di un 6 al Superenalotto,
    un saluto.

    Antonio Liccardo (il Collezionista di Attimi)
    “L’altra prima volta” su I Love Porn