Torino è un sacco di cose
che non si possono scrivere

Che l’ultima volta c’erano vento e metropolitane da aspettare in due e prendere uno alla volta, e quest’anno invece. Torino aveva le braccia scoperte al sole, e viali lunghi di vetrine pulite, e me sola su questi viali odorosi di vetril a cercare un tabacchi una ricarica telefonica un posto all’ombra. Prima di arrivare al Salone ho deciso per l’esperimento di aggiustarmi la bocca, in modo che potessi sempre collegare il fatto di essere sola al gusto della torta gianduia della pasticceria Peyrano.
Da qui in poi è andato tutto liscio.

Salone Internazionale del Libro di Torino
La versione dell’autrice che mi dicono si porta

La mappa del posto è sempre la stessa, e io continuo a perdermi;

Passi le prime quattro ore intontito dalla quantità imbarazzante di libri che cominci a chiederti se il libro, come unità a sé, esiste ancora;

Quando ti convinci che sì, anche nel marasma saprai riconoscere il libro giusto, e infine lo trovi, ti accorgi che non c’è un posto, uno, dove sedersi a leggerlo. Ecco, un consiglio: mettete un paio di panchine, oppure, lasciateci un paio di quei bellissimi pouf dell’area bambini;

I microfoni non funzionano sempre (questa è una dedica per Enzo);

E c’è da dire che non è bello fermarsi ad uno stand per chiedere indicazioni per un altro stand;

Così come non è bello tirarsi una questione immane sui libri che non si vendono, non si comprano, la crisi, e alla domanda: tu cosa hai comprato? Rispondere, beh, niente, non c’è nulla che attiri la mia attenzione ( che vorrei dire: al Salone stanno all’incirca mille espositori, ogni espositore avrà, a giocare molto al ribasso, 5 titoli, no? Quindi tu mi stai dicendo che su 5mila libri non hai trovato uno, uno dico, che ti facesse dire, ah  beh? Uao, complimenti, si chiama Nirvana);

E non è bello nemmeno dire male malissimo di tutto lo scibile umano che ruota attorno quando fai parte dello scibile umano che ruota attorno;

E comunque era il caso di sceglier come tema la primavera digitale senza pensare ad un wi-fi pubblico, gratuito?

Alle feste si balla Britney Spears;

La mia casa editrice, 66thand2nd (stand M30-N29) è bella, tanto, e avete ancora qualche ora per vederlo con i vostri occhi;

Un saluto all’associazione italiana arbitri con cui ho fatto sia il viaggio di andata che di ritorno, ridevano assai.

Inutili Fuochi era alto quasi quanto me;

 

La bella recensione uscita sul Mattino dell’8 maggio a firma di Marco Ciriello
(clicca sull’immagine per ingrandire)

 

Qui il podcast di Radio Kiss Kiss

 

Commenti

  1. Troppa Algida e troppa poca scelta tra i gelati della stessa. Ma tanto erano venduti a peso d’oro, quindi niente cono per noi precari. A parte questo e il wifi libero solo per la stampa (e con password insufficienti, che’ evidentemente anche le parole segrete hanno un costo…), il Salone e’ una trappola di tentazioni: vai, ti dissangui e riparti, le braccia irrorate di acido lattico sotto il quintale di carta che ti sei comprato. E’ stato un piacere conoscerti e intervistarti, cara Santa Precaria, i tuoi Inutili fuochi mi sono stati molto utili.

  2. HO CONOSCIUTO RAFFAELLA IN AEREO, TORNAVA DAL SALONE DEL LIBRO DI TORINO. ERA SEDUTA ACCANTO A ME. ERA ASSORTA NELLA LETTURA, SOLLEVAVA RARAMENTE GLI OCCHI DAL LIBRO. ABBIAMO COMINCIATO A PARLARE, MI HA SUBITO COLPITO LA SUA ENERGIA, LA SUA FORZA, LA SUA CAPACITA’ DI COMUNICARE. ERA LI CON GLI OCCHI BASSI MA TRASMETTEVA. MI HA PARLATO DEI SUOI LAVORI, DELLA SUA ESPERIENZA. LE HO SUBITO DETTO CHE AVREI COMPRATO IL SUO LIBRO. L’HO FATTO. E’ PROPRIO COME LEI, FORTE, SENZA MEZZI TERMINI, COME ME LO ASPETTAVO.

  3. >>> era il caso di sceglier come tema la primavera digitale senza pensare ad un wi-fi pubblico, gratuito?

    Imperdonabile. Da domandare scusa ai visitatori a nome dell’intera cittadinanza. Il problema è che seguiamo troppo le mode e siamo poco attenti ai bisogni. Abbiamo altri due appuntamenti, uno a maggio, l’altro a settembre: proviamo a rimediare?

  4. Ciao Claudia, piacere mio e contenta dell’utilità della lettura. Spero che nella quintalata di carta che mi sono portata dietro trovi anch’io cose belle, ma penso di sì. Intanto il Salone mi ha portato te :)

    Per Salvatore, invece: eccoci qui! Strano pensare che da quell’aereo siamo adesso su un blog. Grazie mille per i complimenti e per il libro, magari tutti i viaggi fossero così piacevoli!

    Marco: eh sì, bisogna rimediare :)

    Un abbraccio a tutti