10 cose da sapere sul Salone del Libro di Torino (e che nessuno ti ha mai detto)

La prima volta c’erano vento e metropolitane da aspettare in due e prendere uno alla volta. La prima volta il paese ospite era l’India. La prima volta io ero così:

L’ultima, l’ultima invece Torino aveva le braccia scoperte al sole, e viali lunghi di vetrine pulite, e me sola su questi viali odorosi di vetril a cercare un tabacchi una ricarica telefonica un posto all’ombra. Avevo fatto il viaggio di andata in compagnia dell’associazione italiana arbitri (e con loro avrei fatto anche il ritorno, sì, e al ritorno ridevano assai). Prima di arrivare al Salone decisi per l’esperimento di aggiustarmi la bocca, in modo che potessi sempre collegare il fatto di essere sola al gusto della torta gianduia della pasticceria Peyrano.
Da qui in poi andò tutto liscio e il libro che presentavo  m’arrivava alla vita:

Ma adesso basta con la nostalgia e parliamo di cose serie. Io a Torino quest’anno non ce l’ho fatta ad esserci, rimando al prossimo. Però un paio di cose le ho imparate, dalla mia prima all’ultima volta, ed ecco: ne faccio dono.

Salone Internazionale del Libro di Torino
I consigli dell’autrice che mi dicono si porta

  1. Il biglietto per entrare al Salone. Ecco, io questa cosa qua ho una difficoltà imbarazzante a capirla, anche quando sono stata autrice con libro in presentazione: non è che non voglio pagarlo, no, ma è che costa quanto un libro e il Salone dovrebbe mirare a vender quelli, no?
  2. Passi le prime quattro ore intontito dalla quantità imbarazzante di libri che cominci a chiederti se il libro, come unità a sé, esiste ancora;
  3. Quando ti convinci che sì, anche nel marasma saprai riconoscere il libro giusto, e infine lo trovi, ti accorgi che non c’è un posto, uno, dove sedersi a leggerlo. Ecco, un consiglio: mettete un paio di panchine, oppure, lasciateci un paio di quei bellissimi pouf dell’area bambini;
  4. I microfoni non funzionano sempre;
  5. E c’è da dire che non è bello fermarsi ad uno stand per chiedere indicazioni per un altro stand;
  6. Così come non è bello tirarsi una questione immane sui libri che non si vendono, non si comprano, la crisi, e alla domanda: tu cosa hai comprato? Rispondere, beh, niente, non c’è nulla che attiri la mia attenzione ( che vorrei dire: al Salone stanno all’incirca mille espositori, ogni espositore avrà, a giocare molto al ribasso, 5 titoli, no? Quindi tu mi stai dicendo che su 5mila libri non hai trovato uno, uno dico, che ti facesse dire, ah  beh? Uao, complimenti, si chiama Nirvana);
  7. E non è bello nemmeno dire male malissimo di tutto lo scibile umano che ruota attorno quando fai parte dello scibile umano che ruota attorno;
  8. Alle feste si balla Britney Spears;
  9. A Salone si fanno molti inciuci, inciuci che non hanno senso una volta usciti dal Salone;
  10. La mappa del posto è sempre la stessa (a cambiare al massimo sono gli espositori) ma se non volete continuare a perdervi, dovete guardarla.