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Quelli che non sono Massimo Troisi

Troisi, a me, gli uomini, l’hanno reso antipatico.
Me l’hanno reso antipatico, sì, l’ho detto.
Quelli che tirano fuori a sproposito la frase sul matrimonio, e l’uomo e la donna, esseri i meno adatti a stare assieme.
Quelli che ad ogni litigio in prossimità di partite di campionato hanno la battuta pronta sul Napoli, che fortunatamente non perde sempre con il Cesena, ma pareggia con la Sampdoria.
Quelli che le gambe della fidanzata son proprio belle, ma meglio dirlo all’amico, mai a lei (se non in casi estremi).
Quelli che faticano a dire “resta”, ma non si fanno troppi problemi a mandare un “topo morto”.
Quelli che chiariscono subito se nella salsa di pomodoro gradiscono anche le pellecchie o meno.
Quelli che come fa il cuore lo sanno bene, peccato applichino la regola ogni tre minuti.
Quelli che la vita la prendono come viene, o come va, l’importante è che si capisca la citazione.
Quelli che una venuzza rotta nel naso è un’emoraggia.
Quelli che parlano come Troisi, quelli che cincischiano come Troisi, quelli che ridono come Troisi, quelli che non sono Troisi.

Auguri Massimo, ci manchi, ma i tuoi cloni, ecco, quelli proprio no.