Tagborn to die

Go Lana, kill kill

Questa è una dichiarazione di amore per una donna. La donna si chiama Lana Del Rey e credo abbia poco più di vent’anni (Esistono persone che hanno meno anni di me? Queste persone sanno cantare cose tipo “I’m in love with a dying man“? Non vestono solo abitucci coi fiocchi? Non mangiano solo pastina tempesta? Perché nella mia testa continuo ad avere diciotto anni, venti al massimo?). Comunque, analizziamo il perché di questa mia affezione, che a me non piace essere innamorata di qualcuno o qualcosa senza sapere esattamente il come e il quando, insomma la pazzia vuole una base solida su cui poggiare.

Dunque, la signorina Lana, che è piuttosto bionda e,  da quel che leggo su internet, ha labbroni non proprio naturali, si fa chiamare così per tributo alla Turner, l’attrice, e alla Ford, la macchina. E questo già me la fa adorare. Boccolosa socchiude gli occhi e modula, con una certa nonchalanche e senza perdere un briciolo di tranquillità, una serie di cose che noi femmine ci hanno insegnato che no, non si fa manco sotto tortura:

“Il mio cuore si spezza ad ogni passo che faccio ma spero che l’andare avanti mi dirà che sei mio, camminando per le strade della città,  per sbaglio o di proposito?” ( e uno)

“Mi sento così sola in un venerdì notte, puoi farmi sentire come a casa, se ti dico che sei mio ed è come se te l’avessi già detto, tesoro” (e due)

“Non rendermi triste, non farmi piangere” (e tre)

“Lasciati baciare sotto la pioggia battente, so che ti piacciono le ragazze folli” (gran finale, devo dirlo)

Tutto quello che avete appena letto sta in una sola canzone, questa , che cita anche l’inno cristiano protestante che ripeto come un mantra un giorno sì e quello dopo pure: Amazing Grace. Lana si lascia accendere sigarette, portare in macchina, il ragazzo la fa ridere e lei non si chiede manco una volta, ma cazzo, se mi fa ridere perché sto male? Perché Lana è consapevole e sa benissimo che lei e lo sfrantumatissimo che la accompagna sono destinati a fare una brutta fine. Quindi poche chiacchiere e fatti baciare sotto la pioggia.

Ovviamente il punto non è legittimare una serie di comportamenti autodistruttivi,  roba che la Extebarrìa chiamerebbe con lo sciogliliungua dipendenza da un dipendente dominante, il punto è che la signorina Lana dice: così stanno le cose, addirittura riesce a farmici ballare su. Sarà artefatta quanto volete, ma richiama sentimenti decisamente più autentici di tutte le altre hype girls che canticchiano in giro di esser stanche e stufe e tristi di una relazione ma “che importa, sono carina e accomodante e sorrido anche e comunque, Nevermind, I’ll find someone like you.

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