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TIZIANUCCIO ULTIMATE – Per un’esegesi di TZN
Progetti per l’inverno: trovare il numero di cellulare di Tiziano Ferro.

Nei miei progetti per l’inverno – abbiamo bisogno di progettualità, ragazzi – c’è la ricerca del contatto telefonico di Tizianuccio, così cadenzato: 

  1. Fine novembre: scremare i miei contatti di Facebook sulla base di una potenziale conoscenza del Tiziano nazionale;
  2. Inizio dicembre: sottoporre i contatti rimasti ad un attento colloquio psicoattitudinale in cui io dico un verso di canzone e loro rispondono con il giusto seguito; 
  3. Metà dicembre: instillare nei contatti che hanno superato la dura prova la volontà di entrare in contatto con la zia, la nonna, l’amica di famiglia di Tiziano;
  4. Antiviglia: avere il numero di Tiziano Ferro;
  5. Natale:  Telefonargli. Se non risponde inviargli un sms con scritto: “il regalo mio più grande, eeeeh eh eh eeeh”; 
  6. Capodanno: Ritelefonargli. E stavolta, alla sua risposta, dopo l’iniziale imbarazzo, chiedergli se ha mai pensato di versarmi una quota parte di diritti d’autore.

Perché io a Tiziano Ferro voglio bene. Cioè, sono molto fiera di lui e della sua faccella sofferta. Gli intellettuali del cazzo che ne dicono male li prenderei a selciate uno ad uno mentre il nostro canta Le passanti di De André. Però non sono molto d’accordo con la pubblicazione di un Greatest Hits. Perché la verità è che quello che ci voleva non è una raccolta di tutti i successi: è un successo unico e solo che racchiuda tutta la filosofia del nostro.

 E niente, gliel’ho scritto io, per il bene nostro e di tutta la sua santa chiesa. (La cosa è canticchiabile sulla base di “Ed ero contentissimo”

Tiziano mai gritte, da un'idea malsana di Fran De Martino

Ed ero il re con delle isole negli occhi in una foto di Paola (oh, Paola) 

Ovvero la tematica della fine di una storia dopo uno sbaglio di prenotazione, perché l’amore è una cosa semplice,

ma prova a sgarrare sull’albergo in una città del nord Europa nota anche per la sua apertura politica 

Ora che sono un po’ solo
troppo stanco e troppo buono
sposto tutti i mobili che in casa hai

(qui il Nostro ci espone un problema topico della sua poetica: l’esigenza di fare cose, qualunque cosa, farsi venire anche il ballo di San Vito, tutto pur di non soccombere al dolore.

La regola, infatti, è MINIMIZZARE e PROCEDERE cui segue, ovviamente … ) 
Ora che arriverà la fine
ma che non sarà la fine
Dimmi quale male mi farai

(… la fase depressiva, quella dubbiosa e  infine quella richiedente, come nella migliore delle tradizioni premestruo)

Un giorno dici che il sole esiste
Un giorno dici che poi si è spento
Un giorno che ora nessuno ti citofona più
Un giorno tu scatti foto
Il giorno dopo hai messo in moto
Ridendo e ti scorderai di me
mentre piove i profili e le case ricordano teeeeeee

(Il Tiziano nazionale, dovete sapere, dà sempre prima la colpa agli altri che sbagliano, non capiscono, non si rendono conto, dimenticano, fuggono, ma in fin dei conti …)
Ed ero contentissimo
l’ultima notte al mondo con delle isole negli occhi
e pure Paola, pure lei era contentissima quando guardando
Amsterdam mica le importava
della pioggia che cadeva solo una candela
e fuori è buio,
e sì, comunque tardi o prima lo farò
anche se non te l’ho mai detto dentro urlavo Dio dovevo cercare meglio su Trip Advisor
Paura, tanta paura

(In fin dei conti, Tiziano sa che la responsabilità è tutta sua ed è terrorizzato dalle sue colpe da cui tuttavia non rifugge. Perché lui sa che c’è ancora tempo e modo di recuperare, vediamo come)

Ho venduto casa libri auto viaggi fogli di giornale
Ma qualcosa che non torna c’è
C’è che Paola più non risponde
nella chat e ne ha ben donde
Ma convincendola forse potrei

(Il nostro ha tante abilità a sua disposizione, tra cui 1)la dissimulazione)

Forse potrei fare un bel film
Forse potrei arrivare a Natale
Forse potrei col regalo mio più grande
dire che sono il re
Io sono il re

(2) le manie di grandezza)

Ed ero contentissimo
l’ultima notte al mondo con delle isole negli occhi
e pure Paola, pure lei era contentissima quando guardando
Amsterdam mica le importava
della pioggia che cadeva solo una candela
e fuori è buio,
e sì, comunque tardi o prima lo farò
anche se non te l’ho mai detto ma dentro urlavo dio dovevo cercare meglio su Trip Advisor
Paura, tanta paura

(C’è poi una leggerissima sindrome tafazziana: al Nostro piace giocare con le crosticine sui gomiti e sulle ginocchia. Per cui un momento è certo certissimo di farcela, progetta, fa voli pindarici, è felice e quello dopo eccalà, ci è ricaduto ma….)

Perché amore, amore è andato e non me lo so spiegare io
e sì, comunque tardi o prima lo farò
anche se non te l’ho mai detto ma dentro urlavo Dio dovevo cercare meglio su Trip Advisor
Tu come stai? Bene. Io come sto? Boh!

(…Ma, per fortuna, nella strofa finale Tizianuccio si dà ad un semiparlato autocritico e sincero che ce lo fa amare una volta in più, una in più perché la verità è che Tiziano è tutti noi e tutti noi, almeno una volta nella vita, siamo stati Tiziano. )

 

 

In foto il capolavoro di Fran De Martino, un “Tiziano Mai Gritte” che cade dal cielo perché pensavo che è inutile farneticare fingere di stare bene quando è inverno e lui non ci ha dato ancora la canzone strappacuore di sempre, nananà nanana.