Molto di tutto quel che serve al mondo

Voglio che piova, voglio avere sempre il venticello umido e una bottiglia di acqua naturale. E chiedermi dov’è il nord, dove il sud, da quale parte sta il mare. Voglio avere il telefono accanto, voglio conservare sempre il ricordo di lei che chiude la porta. Voglio avere uno specchio, sentire di essere già due e di non aver bisogno di un altro per parlare, per dire che sono felice. Voglio sentire il tempo a mio favore e dritto verso l’inverno. Voglio avere le dita sulla tastiera e continuare a sporcarmi il dito mignolo d’inchiostro.  Voglio i libri e le fotocopie, i bicchieri di vino, i numeri di telefono da segnare sul dorso di un portafogli e le canzoni. Voglio avere dieci euro e un’alternativa, perchè quando hai dieci euro e un’alternativa hai molto di tutto quel che serve al mondo. Voglio essere un po’ ingenua. Voglio sentirmi ridere.

Ho voluto tutte queste cose, prima dopo e durante il festival della Letteratura Resistente, e sentivo di volerle come se stessi facendo una lista della spesa delle cose da comprare di li a poco. Buona parte di questo stato di grazia si deve a Marcello Baraghini, ad Alice Banfi, a Ciro Pellegrino. Si deve poi a molte altre persone che, sono sicura, leggeranno e si riconosceranno. Grazie mille.

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