Scocciamento, teoria e pratica

Dicasi scocciamento quel momento che sopravviene all’incazzatura: è scocciamento quello che succede dopo la terza volta che dici una cosa; è scocciamento il fatto stesso che tu debba ripertela tre volte; è scocciamento il fatto che non ti interessi più di ripeterla. Le più grandi rivoluzioni della mia vita sono avvenute mentre mi scocciavo. Succede così: ti vieni a noia da solo, non ti fai nemmeno più rabbia, e, detto volgarmente: arriva un momento in cui non t’importa. Che quel momento non arrivi mai, lo dico per il vostro bene.

Possibilità dello scocciamento

Percorso A: Se la non importanza va avanti troppo a lungo senza produrre un cambiamento, si diventa cinici. O anche solo troppo stanchi. Non sono né cinica, né stanca, non troppo comunque. E’ una cosa che alle donne non viene mai perdonata. Di solito le donne ciniche e stanche sono state abbondamente ferite, si sono incazzate e poi scocciate, poi hanno deciso per un generale accomodamento del mondo intorno a loro e hanno pensato ciò bastasse. Ho un rispetto infinito per le donne ciniche e stanche, se solo lo ammettessero. Ma c’è quel momento in cui la non importanza, dagli altri, si sposta su di te. Finisci per non interessarti più di quel che vuoi, perché in fondo vuoi solo pace e tranquillità e siccome risulta troppo rischioso, o faticoso, lavorarci, la imputi agli altri. Sono gli altri che dovrebbero farti stare tranquilla, farti sentire amata, e via dicendo.

Nessuno è interessato, credo.
Per rendere la cosa interessante puoi arrivare a mentire sul tuo essere cinica e stanca. In pratica, dentro di te sai benissimo tutto, ma ti piacerebbe fortemente essere smentita. Ho trovato, in giro per la rete, queste righe molto esaustive che credo spieghino chiaramente perché si finge, per evitare di sentirsi dire queste cose, oppure per smettere di ripetersele (e prendere a selciate la propria coscienza, un istinto omicida nato ai tempi di Pinocchio e del Grillo Parlante)

-Dovresti cercare di ricordarti com’eri tu, da innamorata. Ricordi come hai sacrificato tutte le tue amicizie, tutta te stessa per lui? Sei diventata cinica, credi di essere una figa. Nemmeno ti sei accorta che si scopava un’altra, mentre tu non facevi altro che osannare il vostro amore.

Percorso B: E’ il più sincero, la sincerità è una cosa bella, la sincerità fa male. Questa è una strada che prendi dopo un certo periodo di solitudine, la strada nota ai più come la stronzaggine. Credo che per molti essere degli stronzi sia diventato un complimento perché sottintende la frase: non ho bisogno di nessuno. Complimenti, ma non credo sia così facile: al massimo smetti di sentire il bisogno, disimpari a relazionarti al bisogno, lo vedi come una specie di vulnerabilità o debolezza, leggevo un libro di Greer in cui si racconta la storia di un uomo che pur di non mangiare le cose e le razioni decise da altri finiva per mangiare se stesso. A me piacciono le persone che hanno bisogno di qualcosa, vedo l’ammissione di un bisogno come atto di umanità, di dolcezza anche. Non mi piacciono i supereroi, non mi piace manco Wonderwoman, e la storia dell’uomo che non deve chiedere mai è roba che andava bene per una pubblicità giusto negli anni Ottanta: quando l’uomo non chiedeva perché aveva già tutto o quasi, sarà stata reazione al secondo miracolo economico. Fattibile è anche la versione napoletana, come recitava una t-shirt venduta al mercatino: l’uomo non chiedeva pecché già sa sape ca nun ave niente. Questo per dire che la non importanza può prendere anche al rovescio: non ti importa degli altri, ma solo di te stesso.
Peccato che al mondo siamo circa 7miliardi, secondo il rapporto Onu del 2011.

Non so quale strada prenderà il mio scocciamento. Magari mi passa domattina. Magari succede che vengo smentita – dovrei dire stupita –  prima di potermi dire cinica, o stronza. Magari comincia a non importarmene. Magari trovo il percorso C, che è quello in cui per quanto terrorizzata dal passato e infastidita dal futuro, vedo tutto rosa, soprattutto il letto e il cuscino e mi ci sdraio pensando che se ho accettato il fatto che Johnny Depp abbia compiuto 49 anni posso prendere di buon grado quasi tutto. Comunque l’ho detto sopra: che quel momento non arrivi mai, lo dico per il vostro bene. E anche per il mio.