Stay hungry, stay choosy

Elsa, non mi sorprendi.
Elsa, dici le stesse cose di mia nonna, solo che lei è mia nonna, tu un ministro.
Elsa, non sono mai stata troppo choosy.
E per questo motivo mi son fatta:

– due anni in un quotidiano senza esser mai pagata, perché, per l’appunto, non era il caso di far la schizzinosa;


– due anni in una p.a. dello Stato che tu governi, il primo anno gratis, perchè era l’anno in cui si portava lo stage, il secondo anno a 280 euro mensili, senza manco una scrivania mi
a, e non era il 1800 ma il 2006;


– due estati nei supermercati, e posso oggi dirti tutto sulle modalità di conservazione della mozzarella e su come abitualmente si rimuovono le date di scadenza dai formaggi, ma se credi che un lavoro non intellettuale mi abbia dato qualche tranquillità in più del lavoro per cui nel frattempo studiavo, stai fresca, oltre che hungry.

Elsa, do you know what I mean,
quando vai dal padrone a fine mese e quello ti dice che 500 euro esentasse possono bastare per l’estate dei tuoi vent’anni? Così.

Elsa, poi ho deciso di andarmene dal mio paese che se è passato alla storia per Cristo che s’è fermato, un motivo deve pur esserci.
Elsa, ho scelto Napoli, e a te posso dirlo: era perché i soldi non erano assai. Sempre pragmatica sono stata, sempre accomodante.
Elsa, a Napoli ho fatto la collaboratrice in un giornale che poi ha chiuso lasciando in mezzo alla strada 120 persone, 120 italiani per niente choosy.
Poi ho lavorato per una tv, prende fondi statali quella tv. Me ne sono scappata dopo 7 mesi: non è che non capivano il mio non esser choosy, è che non capivano manco che avevo bisogno di uno stipendio.
Elsa, una volta sono stata anche ricevuta da Napolitano che m’ha detto: “Essere precari non vuol dire che non si può produrre”. Certo che produco, hai voglia, sennò come campavo fino ad oggi?
Elsa, devo forse pensare che l’invito a non esser troppo choosy è lo stesso, ma declinato all’inglese, di quello fatto anni fa da un Presidente del Consiglio, quando ha detto che uscire con un uomo ricco era il modo migliore per uscire dalla precarietà?
Purtroppo sono poco schizzinosa anche sul fronte sentimentale, peccato.
Elsa, il lavoro che ho fatto nell’ultimo anno e mezzo, 7 giorni su 7, 6 giorni di ferie 6, sta per finire.
Elsa, ho 29 anni.
Elsa, quando mi troverò a vivere con 600 euro mensili portate dall’altro lavoro che orgogliosamente faccio, che dici, potrò esser contenta di me stessa e mangiare muschio e licheni scegliendo di non esser choosy manco sulla cucina?
Elsa, ho passato la vita ad esser poco schizzinosa e non m’ha portato a niente.
A niente, Elsa, se non a non sopportare più le stronzate.
Almeno alle parole, sai com’è, ci tengo.
Sono molto choosy, su quelle. E’ il mio mestiere, scusami.
L’ho detto anche a mia nonna.

Commenti

  1. Se pagassero la classe dirigente con lo stipendio medio degli italiani, capirebbe quali sono i problemi reali della gente. La panzana secondo la quale chi ti fa guadagnare 1.000.000.000 va pagato in proporzione, con stipendi lontanissimi dalla media, crea solo soluzioni lontanissime dalla gente. Un certo Gesù, qualche secolo fa non mi pare pretendesse per sé emolumenti lontani dalla media, anzi… non ne voleva neppure. Eppure dirigeva…
    Non basta aver fatto la fame da giovane. Devi continuare a farla o quasi, per capire; ci si abitua troppo in fretta.
    L’altra panzana è quella che la motivazione al lavoro deriva dallo stipendio e che a maggiori responsabilità debbano equivalere maggiori stipendi. Se fosse “solo” quella la motivazione, non esisterebbero precari sottopagati. Gli stipendi contano sempre meno man mano che un compenso sale. Non sono incentivo a lavorare meglio e di più, anzi! Oltre una certa soglia, pagare ancora di più chi occupa un ruolo, non lo fa lavorare nè meglio, nè di più. Ci vuole gente che ha da perdere se vuol dirigere, che ci crede, che si sporca le mani per capire. Ma è come chiedere al pollo di sgozzarsi da solo.

  2. eppure con quel tuo cognome è difficile che tu non abbia trovato di meglio. Secondo me un pò schizzinosa sei.. ;)